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martedì 17 dicembre 2013

"Offshore Fever": il Light Game da natante parte 1 - I vantaggi

Per chi di voi pensi che il light game sia una pesca da fare solo a parete o lanciando da terra (inshore), ciò che scriverò di seguito sarà di estrema utilità per allargare i propri orizzonti nella pratica di questa disciplina, soprattutto se possedete un natante.
Ovviamente cercherò di affrontare il tema nel modo più chiaro possibile, rivolgendomi innanzitutto a chi ha meno esperienza, quindi scusate se alcune cose che scriverò potranno sembrare banali.

Per praticare il light game offshore è sufficiente disporre di una piccola barca, un gommone o anche un kayak, l'importante è riuscire a portarsi in una zona sufficientemente a largo (offshore) da permetterci di pescare in maniera più verticale: in questo modo potremo cercare le nostre prede nell'intera colonna d'acqua sottostante, senza abbandonare dunque la fascia di cattura (strike zone) nella quale il pesce si trova ad essere attivo in quel momento.


Qui ho cercato di riassumere graficamente i vantaggi del light game offshore... vediamo nelle prossime righe di approfondirli

Quella che andrò a considerare adesso è una tipica spiaggia a media/alta energia (cioè nella quale il fondo degrada piuttosto rapidamente), caratterizzata da un fondale misto... di queste spiagge la mia zona è ricchissima!

La mia spiegazione parte dal presupposto che i pesci popolano l'elemento liquido distribuendosi in aree di pascolo (nel caso delle prede) o di caccia (nel caso dei predatori) uniformi, che molto spesso coincidono. A volte la distribuzione sarà giustificata dalla presenza di scogli sommersi, da una variazione batimetrica o dalla semplice presenza in quel momento di microrganismi trasportati dalla corrente. Da ciò ne deriva che l'importante per noi è trovare la fascia in cui i pesci che ricerchiamo stazionano: la cosiddetta fascia di cattura o strike zone.

Mettiamo da parte per un momento la pesca nella risacca e cerchiamo dunque di capire quali siano i reali vantaggi del light game offshore rispetto ad un'azione lanciando da terra:
  • Evitare o per lo meno ridurre significativamente gli incagli nelle zone rocciose (strike zone 1): anche se la zona di rocce fosse raggiungibile attraverso il lancio, da terra l'azione che si potrebbe imprimere all'artificiale sarebbe "orizzontale" e condurrebbe quasi sicuramente a molteplici incagli con conseguente perdita del nostro artificiale. Nel caso di un'azione verticale dalla barca, invece, saremo in grado di scandagliare la colonna d'acqua cercando qualche occhiata, oppure perlustrare tranquillamente ogni singola cavità fra le rocce alla ricerca di saraghi, perchie, tordi o altre specie di scoglio e, nel caso raro della cattura di una cernia avremo logicamente più possibilità di staccarla dal fondo.

  • Mantenersi costantemente nella fascia di cattura (strike zone 2): molto spesso lanciando da terra si riesce a raggiungere la strike zone, ma il problema è mantenerla dal momento che già dopo due giri di manovella ne saremo usciti (al limite dovremmo sperare di catturare qualcosa in caduta!). Da natante la situazione sarà molto più semplice e potremo sbizzarrirci nella ricerca di pesce bianco (pagelli, rombi) magari assicurandoci la cattura grazie ai forti aromi di un buon isome montato a spit-shot per la pesca in caduta, o a drop-shot per cercare di mantenere il fondo in presenza di corrente; anzi nel caso di corrente parallela alla battigia saremo in grado di perlustrare la nostra fascia di cattura nella sua lunghezza senza alcun dispendio (remi o motore ad esempio).

  • Perlustrare aree altrimenti irraggiungibili lanciando da terra (strike zone 3): è chiaro, per quanto il nostro trecciato in bobina sia capillare e il nostro lancio tecnicamente perfetto, ci sono distanze che da terra non potremo mai raggiungere. Il light game offshore non conosce limiti in questo senso perché anche se ci spingeremo abbastanza a largo potremo sempre puntare sulla pesca di reazione, superficiale o a mezz'acqua alla ricerca di spietati pelagici quali piccole ricciole, lampughe, palamite e tonnetti alletterati o grosse tracine e pesci lucertola, che non ci penseranno due volte prima di inseguire le nostre insidie fino in superficie per attacchi e combattimenti al cardiopalma!


La regina del light game offshore: pazienza e costanza col tempo vengono ripagati!

Sappiate che pescare in offshore è come vagare in un labirinto se non si conoscono i fondali che si vanno a perlustrare, per cui tempo ed esperienza giocano un ruolo fondamentale per avere successo nella ricerca delle catture più ambite. A tal proposito i mesi primaverili-autunnali saranno quelli in cui si potrà godere appieno delle emozioni di questa proficua variante del light game.

Bene, chiudo qui la prima parte di "Offshore Fever" e nella speranza di non avervi annoiato troppo vi invito ad esprimere nei commenti i vostri pareri o le vostre curiosità. A presto!

"Light is Better!"
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