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martedì 15 gennaio 2013

La pesca "social": vizi e virtù di un'arma a doppio taglio

Il post di oggi per qualcuno potrà sembrare noioso, ma se ci pensate bene ha sicuramente una sua fondamentale importanza, quindi mi auguro che avrete la pazienza di leggerlo (sempre se vi va ovviamente).
Oggi voglio rendervi partecipi e coscienti di una riflessione che il caro amico Pablo di Uroko ha voluto condividere con tutti i suoi lettori: a tal proposito innanzitutto vi invito a leggere (anche se in spagnolo) il suo post a questo link.


I vizi...

Nel suo post Pablo parla del forte conflitto "digitale vs naturale", secondo cui i ritmi incalzanti dei media (internet, Facebook, blog, ecc.) producono degli effetti piuttosto "insostenibili" se paragonati ai tempi, spesso molto lenti, che caratterizzano il normale corso della natura.
Questa purtroppo è una realtà che interessa tutti noi che giorno per giorno utilizziamo questi strumenti "sociali" per comunicare e diffondere la nostra passione, e se ci riferiamo al light game, basta farsi due conti per capire che la "moda" sta raggiungendo in tutta Europa dei numeri davvero ragguardevoli.

Ed è proprio questo il punto: l'immediatezza del mondo digitale fa sì che con pochi click un blog, un video o un gruppo raggiungano migliaia di persone, scatenando via via un effetto moltiplicativo sempre maggiore. Una tecnica prima sconosciuta come per magia si trova a raccogliere sempre più praticanti che, sommersi dalle innumerevoli informazioni, spesso risultano confusi tanto da non capire neanche perché lo fanno e se davvero li appassiona.
Tutto ciò va a favore delle grandi aziende di settore, che ovviamente vedono aprirsi nuovi mercati e magari di qualcuno che cerca la gloria facendo di tutto per imporsi agli occhi di tutti come esperto indiscusso della tecnica, pur essendo un perfetto principiante... chi ne soffre realmente sono però i nostri amici pinnuti, che tutto d'un tratto sono soggetti ad una pressione considerevole e relativamente improvvisa (pur considerando e sperando che tutti pratichino il Catch & Release), e gli habitat in cui vivono.

L'universo virtuale che si è venuto a creare porta spesso tutti noi a pensare più alle foto da postare sul blog o il gruppo, che a liberare prontamente e in relativo vigore la preda appena catturata (io stesso a causa del tempo impiegato a fare la foto alle volte ho avuto difficoltà a rilasciare in modo corretto alcuni pesci dalle livree delicate, anche se per fortuna poi si sono ripresi). La fotografia "di rito" sicuramente lascia sempre un ricordo piacevole e colorato, ma sapere che quel pesce non è riuscito a tornare in salute nel suo ambiente naturale rappresenterebbe un ricordo altrettanto indelebile. Ed è anche questo che succede quando i tempi "naturali" vengono forzati... si finisce per trasformare una sana passione in qualcosa di deleterio... forse prima di approfondire tecnica ed artificiali occorrerebbe focalizzare l'attenzione e comprendere la profonda etica che sta dietro al light game.


Le virtù...

Questa riflessione non vuole condannare il light game o la pesca "social", anzi tutt'altro! Ho esordito in questo blog parlando di questa tecnica come una risposta all'attuale situazione che la nostra passione sta vivendo e ho premiato il light gamer come un pescatore moderno, pioniere di una nuova visione della pesca sportiva basata sulla sostenibilità ed il rispetto per le acque, godendo di emozioni diverse ma sempre appaganti, e senza penalizzare il divertimento (http://lightgameblog.blogspot.it/2012/10/introduzione-al-light-game.html).

In fondo dobbiamo renderci conto che, come ricorda bene anche Pablo, non è forse grazie ai social che il gruppo "Catch & Release Saltwater Spain" è riuscito a crescere ed espandersi in Europa trasmettendo i nobili valori del C&R? Ed aggiungo, non è grazie ai media che sono state organizzate moltissime manifestazioni e incontri? O ancora che si è discusso di argomenti utili e costruttivi mettendo in contatto migliaia di persone accomunate dalla stessa passione?

Bene, la verità è che tutti i più grandi strumenti hanno dei risvolti positivi ed altri negativi e, nel caso dei social media, sta a noi che li utilizziamo per diffondere la nostra passione cercare di valorizzarne l'aspetto positivo e virtuoso. Cerchiamo dunque di promuovere prima di tutto valori importanti come il rispetto degli habitat naturali, la conoscenza delle specie, la padronanza delle corrette manovre di rilascio... dopo magari potremo parlare di esche, catture e quant'altro.




In conclusione ringrazio Pablo per aver parlato senza peli sulla lingua di questo importante rovescio della medaglia, ma lo rassicuro perché ho avuto modo di scoprire che sui blog e i gruppi ci sono tante bravissime persone che si impegnano tutti i giorni a comunicare tutto ciò che di bello questa passione può regalare, e soprattutto come fare per ridurre al minimo il nostro impatto negativo su tutto ciò che ci circonda.
E' a grandi personalità come Pablo che devo dare il merito di avermi comunicato le enormi virtù che il light game è in grado di insegnare: il rispetto per gli ambienti e le specie che li popolano, il piacere della fotografia e dei piccoli particolari, il Catch & Release, e tutte le altre mille sfaccettature di questa meravigliosa tecnica.

"Light is Better!"

6 commenti:

  1. molto interessante, è vero... io mi sono sentito dire: "è nuovo modo di pescare" oppure "è fine" etc etc...
    comunque per quanto riguarda la fotografia, bisogna cercare di tenere il pesce fuori dall'acqua il meno tempo possibile, soprattutto con pesci particolarmente delicati come donzelle e sgomberi...

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    1. Dici bene Guglielmo, bisogna cercare di tenere il pesce fuori dall'acqua per il minor tempo possibile e soprattutto di non "strapazzarlo"...per far questo occorre una certa organizzazione: tenere la macchina fotografica a portata di mano, mantenere se possibile le mani umide (per non aggredire le livree più delicate) oppure usare un piccolo fish grip...e poi prestare tanta attenzione nella slamatura!

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  2. Santa verità. Ogni strumento (virtuale o reale) ha un suo modo di essere utilizzato affinché svolga correttamente la sua funzione, chi lo utilizza in maniera scorretta non può che far danno a se stesso e/o agli altri.
    Il Light Game non è un nuovo modo di pescare, perché deriva (come tante tecniche dello spinning) da tecniche del Freshwater Spinning definite "finesse". Dunque l'innovazione non è tanto nell'attrezzatura o nelle tecniche, ma è strettamente legata al vecchio concetto di Saltwater Spinning: la pesca dei grandi predatori. I giapponesi che hanno lanciato questa moda in mare hanno "semplicemente" APERTO la loro visione delle catture in mare a specie che fino a quel momento non si considerava potessero avere caratteri predatori e hanno capito che anche in mare funzionava l'approccio finesse, che, come idea di adattare l'attrezzatura alla taglia e dunque alla potenza delle prede godendo lo stesso del piacere del combattimento, era già ben nota nello spinning in acque interne per specie come bass, luccio, persico reale, bluegill/persico sole, trota ecc..
    Ad ogni modo sono contento che si stia diffondendo, sia pure sotto forma di "moda", il Light Game, anche se, come Pablo, penso sia necessario controllare che non si formi un enorme gruppo di sprovveduti che, approfittando dell'efficacia di questo insieme di tecnica di pesca, la pratichi senza etica, distruggendo anche quest'ultima (almeno in Italia) risorsa alieutica e soprattutto sportiva che ci è rimasta.

    Detto questo impegniamoci in prima persona a rispettare qualunque habitat in cui pratichiamo la pesca in generale e a difenderlo da chi non fa altrettanto e con questo obiettivo in mente: TUTTI A PESCA!!! VIA CON IL LIGHT GAME!!! :D

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    1. Grazie Emilio, ho davvero apprezzato il tuo commento...è vero, il light game come tecnica ha ereditato la maggior parte dei suoi particolari dal finesse in freshwater...quello che secondo me è innovativo è però l'approccio del light gamer, un approccio a tutto tondo che permette, con la stessa attrezzatura, di poter pescare davvero dappertutto e potenzialmente qualsiasi specie in modo leggero e divertendosi anche con le catture minori.
      Ancora è chiaro che abbiamo molto da imparare da questa "moda", ma penso che procedere ponendo le giuste basi etiche per tutti coloro che si avvicinano, sia forse la scelta più costruttiva per il futuro delle specie, della tecnica stessa e degli ambienti dove la pratichiamo.

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  3. Sin duda Alex es un gran articulo, pienso que hay que aprovechar esos medios que tenemos a nuestro alcance hoy en día para el bien de nuestra afición , para relacionarnos y compartir nuestras experiencias.
    Felicidades a Pablo y a ti amigo.
    Un abrazo

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  4. Grazie Salah, tu pratichi il surfcasting che è una tecnica molto diffusa e lo fai in modo razionale, praticando un prelievo responsabile delle specie che catturi, e ciò come sai lo condivido ed apprezzo. Il light game è una tecnica nuova e assolutamente diversa e particolare, in cui è bene che tale etica venga ancor più rafforzata e valorizzata...spero di cuore che i potenti mezzi sociali che abbiamo a disposizione vengano sempre usati responsabilmente.
    Un abbraccio

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